L’avventura non è finita, dobbiamo ancora attraversare il ghiacciaio che ci porterà verso il luogo dove abbiamo dormito. Trattandosi di un versante inedito e mai sciato anche il ghiacciaio sottostante penso non abbia mai avuto visite se non magari di alpinisti in salita. Questo è dovuto al fatto che gli enormi seracchi in alto, sbarravano la parete anni fà creando una sorta di muro di ghiaccio invalicabile. (lo stesso Sam Anthamatten mi ha confermato qualche settimana dopo il suo rientro dal Perù questa teoria )
Probabilmente il caldo degli ultimi anni e le abbondanti nevicate nel vallese di quest’ inverno hanno creato le condizioni giuste per poter passare con gli sci.
Abbiamo realizzato una nuova linea e una discesa di enorme soddisfazione, dove oltre a tecnica e allenamento ci vuole l’intuito, l’intelligenza nel scegliere il momento giusto e un pizzico di coraggio per buttarsi en boucle in un versante e e in un ghiacciaio con tutte le relative incognite del caso, su neve cemento o meglio concreta.
Ora manca ancora un bel pezzettone a piedi per rientrare e per evitare il guado del fiume scendiamo a piedi da una morena di erba e sfasciumi che mette a dura prova le nostre caviglie.
Ma dopo una giornata cosi, la stanchezza è l’ultimo dei nostri pensieri.
Grandissimi! Letto tutto d’un fiato, vai Gerry!
Grazie Frank ci vediamo a Madesimo!
Wow! appassionante e super-interessante!
Grazie Paolo a presto!!!!!